Alla Mola di Magliano

Il vento sul volto, l’aria che odora di primavera, i passi attufati degli scarponi sul terreno riarso. Il frinìo delle cicale e l’urlo del rapace nel cielo. Una ghiandaia gracida sugli alberi in lontananza. Il vento sposta le nuvole con veemenza, carezza le spighe e liscia l’acqua del torrente.

Se c’è una cosa che mi è mancata in questi mesi di quarantena è proprio la possibilità di camminare per prati e per boschi. Appena ho potuto e il tempo è stato clemente, non ci ho pensato due volte. Ho scelto un itinerario su un libricino di passeggiate nei dintorni di Roma che avevo in casa (Passeggiate a Chilometro Zero di Vittorio Paielli), e sono andato.

Era una passeggiata nel Parco di Veio, tra Magliano e Mazzano Romano, un itinerario ad anello tra Magliano e la Mola di magliano, semplice ma sufficientemente immersivo e lungo da essere piacevole per chi ama camminare.

Mandrie di mucche pascolavano su un prato poco dopo il nostro arrivo
Gli aironi stavano tranquillamente insieme alle mucche (uno si trovava addirittura sopra una delle mucche, ma non sono riuscito a fotografarlo), appena ci siamo avvicinati sono però volati sulla cima degli alberi vicini
La Mola di Magliano, il punto di arrivo del tragitto, ospita una piccola cascata, incorniciata da una macchia di fitto bosco

Al di sopra della cascata, un piccolo angolo di paradiso. Prima di cadere, l’acqua del ruscello sembra quasi immobile e stagnante, contornata da un fitto di piante e una grande attività di piccola fauna.

Sull’acqua era un continuo galleggiare di ragni d’acqua. Trovo bellissime le ombre circolari che proiettano sul fondo del ruscello.
Le regine del paesaggio erano sicuramente loro, le libellule blu (Calopteryx splendens), erano moltissime a volteggiare sopra l’acqua e a posarsi sulle foglie e i rami che la circondavano
Siamo rimasti attorno a quello specchio d’acqua almeno un’ora, e questa piccola ranocchietta non si è mossa di un millimetro per tutto il tempo
Anche qualche pesciolino girovagava nell’acqua, ma era ben difficile da notare tanto era simile il suo colore a quello del terreno sabbioso sottostante
Mentre tornavamo, un grosso rapace si stagliava nel cielo, una sagoma nera contro le nuvole

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